sabato 19 novembre 2011

Ceres all'Autogrill



meglio a volume basso, basso.


- gdf 2011 -

Quando mi scende la curva glicemica non ragiono più tanto bene, mi necessita un aiutino, e se sto per strada, e non a piedi, per non esagerare, per non rischiare oltre il lecito, ma solo per placare gli strilli della scimmia che mi è salita sulla schiena e mi grida ogni cattiveria nei timpani mi serve qualche cosa che la zittisca, almeno per qualche minuto.

In autostrada, che è il luogo più sicuro dove bere alcolici se stai guidando, ci sono gli autogrill, che io utilizzo solo per tre motivi: le Toilettes, le Merit, le Ceres. Quasi mai per un caffè, piuttosto un Bagdad cafè.

Devo ammettere che quando la distanza è importante non ne posso fare a meno di una Ceres, ma solo perché all’Autogrill non hanno le Tennent’s, e allora va bene anche la chiave di casa per far volar via il tappo dal finestrino. Se invece la distanza dal faro è sopportabile, allora me le metto in tasca due o tre Ceres, per un minimo di buon senso; quando me ne avanza qualche grammo mi piace ostentarlo.

Ma proprio questa? Ma che ci fa dietro il bancone? Dietro a questo bancone! Con divisa e cappellino non la riconoscevo più. Quegli occhietti furbi, quei capelli sempre scompigliati che mi facevano venir voglia di metterci le mani dentro; ma soprattutto quei jeans morbidi, non troppo attillati, non ha mai avuto bisogno neanche di forzare con le sovrastrutture portanti. Nulla da tener su artificialmente. Potenza di una natura benigna.

Ecco perché era sparita da quel bistrot marino in spiaggia. Capelli al vento nella sabbia, una maglietta strizzata dentro una cintura di cuoio, quella seconda secca ed eccitata, non appariscente ma grintosa. Ma guarda dove è andata a finire. Ma che peccato. Scende la scimmia, piano piano va giù, mi sgranchisco le spalle, per compensazione mi sta prendendo la sindrome del salvatore del mondo. Del mondo, non esageriamo, diciamo di qualche piccolo mondo, questa per esempio, però se sta qui avrà i suoi buoni motivi per farlo.

Però! Certo che se la cava bene con questi rudi camionisti. E secondo me ha fatto bene a non truccarsi per nulla, è bella lo stesso, qui non deve dimostrare nulla, deve solo finire incolume il suo orario.

In spiaggia era un'altra cosa, laggiù la gente ci va per motivi diversi che per una pausa usa e getta, laggiù mi sorrideva sempre, aveva colto i miei sguardi, ma io non ho mai voluto capire se stava con quello del bar o fosse una dipendente del ristorante adiacente; i confini dei pubblici esercizi in spiaggia non sono mai ben definiti, così come le emozioni lasciate libere di fluttuare.

Anzi, no, ora che ci penso non poteva stare con quello del ristorante, quello è gay, e oltretutto pretende che tutti i suoi camerieri siano uomini, e anche belli. Forse è per quello? E’ un caso di mobbing? Però l’altro, quello che stava dietro al banco del bar con lei qui non c’è. Avranno forse preso la gestione insieme, o forse si saranno separati, ha l’espressione sofferente, stai calmo, non le puoi salvare tutte.

No! Accidenti, adesso mi viene in mente dove l’ho visto quell’altro, magro e secco come lei, lui sta in quell’altro bar in centro, quindi è un’altra situazione, oppure è quello che penso, la prima cosa che mi viene in mente, nove su dieci poi mi viene confermata dai fatti. Non sta con nessuno e ha bisogno di lavorare, ma non più in spiaggia, laggiù se esci dal giro non ti prende più nessuno.

Smettila di shakerare il cervello, prenditi quelle maledette Ceres e vai via. E’ il momento buono, lei sta scaldando il Camogli, c’è l’altra alla cassa, che mi guarda con un sorriso costretto tra i denti, come quella che è convinta di aver intuito anche quello che non è mai successo. Sicuro che appena esco gli andrà a dire, hai visto come ti guardava quel tipo?

Ma guarda questo malandrino di camionista, ci ha bloccato in cinque.

Ma dov’è questo bastardo. Ha acceso tutte le frecce, ho capito, però ci ha imprigionato in cinque, e va bene, qui gli autogrill sono dei fazzoletti, ma e allora se non c’è posto vai almeno avanti, non è che puoi privarci della nostra libertà senza aspettarti le conseguenze. Qualcuno più grosso di me ci potrebbe anche essere tra i cinque con la macchina bloccata.

Con i benzinai non c’è, in officina neanche, ma dove sta questo disgraziato?

"Alla cassa". Mi volto, quello mi guarda, "è quello là alla cassa che sta a discutere con la signorina bionda. Ci deve essere un problema con la carta di credito." Mi riavvicino alla porta, lui è furibondo, dice che gli ha strisciato la carta di credito a sproposito, forse ha rinunciato all’acquisto di qualche cosa, lui alza i toni, lei non molla, lui gli mostra lo scontrino dicendo che lei ha preso i soldi senza dargli niente, lei gli fa notare che invece la strisciata è stata annullata, lui non è convinto e per non perdere il ritmo della contestazione comincia a imprecare in catalano, lei lo apostrofa in ligure, belìn che scena, una tigre, lo inchioda con gli occhi. Il povero disgraziato ormai è circondato, per la verità anche da noi cinque con la macchina bloccata dal suo tir. Finalmente si decide a girare i tacchi e accetta la sconfitta su tutti i fronti.

No, stavolta mi sono sbagliato, questa non ha bisogno di essere salvata. Ce la può fare benissimo anche da sola.

Ma se rimanessi all'improvviso senza Ceres e Merit potrei essere io ad aver bisogno di aiuto.

-gdf-




1 commento:

  1. In autostrada, che è il luogo più sicuro dove bere alcolici se stai guidando...

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